lunedì 11 febbraio 2008

Espressione orale

Lo sviluppo: un mito del mondo occidentale.

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Sono due secoli, dalla rivoluzione industriale, che continuiamo a credere nello sviluppo economico infinito del nostro mondo come se fosse una religione nella quale è richiesta la fede e per due secoli abbiamo cercato di esportarlo nell’altra parte del mondo, con metodi che vanno dal colonialismo alla globalizzazione (ancora prima c’erano state le crociate) illudendoci ed illudendo sull’avvento del benessere per tutti.. Abbiamo inventato anche metafore del tipo "il decollo dell’economia", "lo sviluppo durevole". Fino a quando continueremo a prendere in considerazione soltanto il PIL (Prodotto interno Lordo) come variabile che ci indica il benessere sociale, non usciremo da questo avvitamento mondiale. E’ necessario iniziare a prendere in considerazione variabili che indicano realmente la felicità dell’uomo, come quello del reddito, la speranza di vita, il livello di istruzione, i costi sociali e ambientali dei trasporti individuali, il valore monetario dei rapporti non mercantili. Ma quali sono stati i costi umani di questo avvitamento? Ma quali sono stati i risultati della credenza nello sviluppo? Il Sud del mondo che noi abbiamo definito sottosviluppato è sempre più povero e il Nord del mondo, in cui noi viviamo, è sempre più sviluppato

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